mercoledì 28 novembre 2012

NoiaBiancoNoia

Hai passato un'ora e mezza in palestra. Tapirulan, addominali, stretching, glutei.. insomma, diciamo che hai smaltito la prima portata del Thanksgiving lunch.
Fatto sta che guardi l'ora e ti rendi conto che hai tre minuti per raggiungere la fermata del pullman e fiondarti sullo stesso.
Diventi super pippo per qualche minuto, ti lanci negli spogliatoi e arrivi al punto stabilito in orario.. Le condizioni in cui ci arrivi non sono riportate.

Come ti senti: super orgoglioso percependo come il tacchino e le diverse "pies" sono in partenza. Ti guardi nei finestrini ascoltando le dolorose fitte muscolari che secondo te implicano:
                         a) muscoli
                         b) gambe super snelle
                         c) pancia piatta     
                         d) tette
                         e) capelli biondi

OVVERO:

La verità: Il tacchino è ancora lì, occupi tre posti sul pullman perchè ehi io sono andata in palestra! 
I dolori muscolari sono solo l'indice che punterà alla scatola di Oreo una volta a casa.
DI CONSEGUENZA:




Fatto sta che arrivi in un  bar, devi aspettare più o meno 45 minuti per prendere un altro bus che ti porti alla tua classe di Hip Hop. Così decidi di spendere $2.50 per una scappatella con uno dei tanti amanti che hai..Un succo di mela.
Tutto ciò perché? Perchè appena arrivi sul pullman ti piazzi davanti ad una coppia che da un po' (credo) va avanti così..
lei "Hai parlato con X? E comunque, sei sicuro che è il pullman giusto?" 
lui "Si certo"
lei "bene. Y ti saluta tantissimo. Ma non doveva girare a sinistra all'incrocio?"
lui "Si, ma ha girato a destra. Vuoi dell'uva?"
lei " eh cioè, lo vedo.. quindi? E no, sono a posto"
lui " L'uva fa bene alla pelle, esattamente come gli inpacchi miele e camomilla sugli occhi quando hai la laringite . Ah comunque è il pulman sbagliato, scendiamo."
E se ne vanno compostissimi.

Ora; la conversazione non era esattamente come l'ho riportata, ma dopo tre mesi di quasi solo inglese e americani trovarmi una coppietta  italiana davanti che parla ad un volume stratosferico come se nulla fosse è stato scioccante.
Due furono le reazioni:

1) Oddio, chi sono, dove sono, che lingua parlo?!?




 










2) EHI! IO TI CAPISCO MA TU NON LO SAI! ADORABILE SENSAZIONE.. (trattenni il fiato per 5 minuti pur di non ridere)






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Un evento banale, scritto solo per poter dire di aver aggiornato il blog.
Ma contiene due grandi tematiche:
A.  Thanksgiving, il quale argomento verrà approfondito, se necessario, in un altro post. Per ora vada il MANGIARE,DORMIRE,MANGIARE,DORMIRE,PIES,TACCHINO,CIBO.


B.  Hip Hop.. e qui stendiamo un velo pietoso pietosissimo che più pietoso non si può.





Sono cotta, mi fan male le gambe, il mio collo si lamenta, domani ho due test, e ora mi butto sotto le coperte.

.DOT.




martedì 16 ottobre 2012

Tra il non senso e l'inconscio

Cammino per la strada con passo svelto. I miei jeans sono strappati sul ginocchio destro. Il sole sta calando e le ombre iniziano ad allungarsi.
Un uomo cammina vicino a me. Ha una lunga giacca nera, consumata, vissuta. Pantaloni di un velluto spesso, anch'esso probabilmente invecchiato col proprietario. Niente scarpe. Capelli scomposti e barba probabilmente dimenticata.
La mano sinistra nella larga tasca cascante.
La mano destra, coperta da un guanto nero, poggia delicatamente torace reggendo una vecchia fotografia.
La foto Immortala una ragazza che cammina in una strada, il sole sta calando e la luce è fioca. Indossa un paio di pantaloncini corti, ha un taglio sul ginocchio destro e tra le mani regge un calamaio. Al suo fianco cammina una bambina. Occhi grigi, sorriso disegnato con cura, un vestitino bianco, Pizzetto sul collo, bottoncini dorati. Niente scarpe. La mano destra poggia sulla magra pancina. La mano sinistra, avvolta in un guantino bianco indica qualcosa alla destra della ragazza.
Sullo sfondo una donna piange in una maschera di legno.

L'uomo non c'è più e per terra giace una fotografia bianca.
Mi sdraio vicino a quella carta opaca, dalla tasca tiro fuori un calamaio dorato, ne bevo l'inchiostro e dopo aver poggiato le labbra sul ritratto mancato, appoggio la testa e chiudo gli occhi.
Distesa, ascolto il suono del cemento, coperta da una lunga giacca lisa che protegge e con un guantino bianco che inganna.

lunedì 8 ottobre 2012

tra una tavoletta di cioccolata e qualche film anni 80

Lo so, lo so.. non scrivo mai, non aggiorno e sono una persona terribile.
È che arrivano i momenti in cui la voglia di tirare fuori il lato sarcastico manca, e non volendo pubblicare post depressi chiudo il computer, infilo le scarpe, musica nelle orecchie ed esco.. jogging come non mai.. passo una casa, poi uno scoiattolo, passano i minuti e le canzoni.. poi arrivo alla meta. Il posto dove scarico la tensione, i pensieri eccetera eccetera.. mi guardo attorno accuratamente, respiro profondamente.. ho deciso..
vado alla cassa..
il commesso mi guarda con passione tipo "tesoro.. mi dispiace"..
io testa alta..
esco e tiro fuori ciò che mi farà andare avanti.. la spinta.. la luce nel buio..

DUE ENORMI, GIGANTESCHE TAVOLETTE DI CIOCCOLATO AL LATTE come solo in America puoi trovare..
me le mangio nel giro di tre secondi. Poi, con la bocca ancora calda dal peccato commesso, mi guardo intorno.. non c'è nessuno.. meglio.
Primo cestino, butto le due super carte e mi ricompongo dall'erotica mangiata. Poi piano piano mi avvio nuovamente verso casa.. sempre più veloce fino a ritrovarmi a saltellare con aria serissima come una vera jogger (??)..sperando, completamente in vano, che quelle due botte caloriche se la squaglino spaventate da una leggera corsetta.

E questa era un'into un po' così.. facciamola passare.
In questo post abbrevierò come meglio posso le cose successe dall'ultimo post a oggi.

EVENTO NUMERO UNO:
È arrivato il primo virus..

"ehm ehm ehm.. per favore un po' di attenzione bambini, bambini.. la lezione sta per cominciare.."

Ok probabilmente questa è una citazione troppo sofisticata..
Fatto sta che è arrivato il primo virus e chiaramente io mi sono messa in prima fila con le braccia aperte, pronta a donagli tutta me stessa.
E così fu. Quell'esserino ha pasteggiato per tre giorni di fila per poi andarsene senza nemmeno ringraziare, cosa che io dico.. nemmeno un amante!

EVENTO NUMERO DUE:
L'amato Mr. HIATCAMRBITW è morto.
La scena è stata: Io che mezza morente, imbottita di pillole dei più svariati colori, sdraiata sul divano, bava sulla guancia, occhi gonfi e il virus pasteggiante aspetto l'estrema unzione.. Ad un certo punto un botto che a me, date le allucinazioni, sembra la terza guerra mondiale con tanto di bomba atomica e una probabile leggera invasione aliena da Marte.
Mentre cerco di realizzare se tutti siamo ancora vivi, una voce calda e rassicurante mi sussura, "Honey, he's gone".

EVENTO NUMERO TRE:
Mi sono persa.. e con persa intendo uscita di casa alle cinque di pomeriggio e tornata alle dieci.
È parecchio lunga quindi la riassumerò brevemente.

Esco di casa alle cinque, aspetto il pullman per 40 minuti circa, prendo il pullman e verso le sei arrivo al così detto "domain" (ovvero un enorme Vicolunco triplicato in lunghezza e larghezza). Super fiera di me giro per due ore alla ricerca di qualche vestito con cui riempire l'armadio che piange. A questo punto della storia ringrazio mamma e papà che insegnandomi per diciassette anni che tesoro prima di comprare qualcosa pensa se davvero ti serve.. ti serve.. ti serve.. serve, hanno causato la mia così detta fobia del comprare. Fatto sta che dopo due ore nei negozi mi avvio verso la fermata del pullman a mani vuote.. come sempre.
Sono più o meno le sette e mezza ed inizia a far buio. Le enormi strade pullulano di macchine ma dove io cammino il nulla. A me sale l'ansia e inizio a vedere in quelle poche povere anime che incontro l'assassino che mi mangerà per cena con contorno di three roaches.
A questo punto scarto la mia arma vincente. Il Teatro. Così, dopo questa illuminazione, tiro fuori il telefono e..

"Hi.. how's going?.. good...yeah I'm pretty good.. yeah.. I'm just going home now.. oh really? That's amazing good for you.."
Vado avanti così per cinque minuti buoni..
Poi la cosa si fa seria e iniziamo a litigare..
"Whaaaat?? Are you serious?? No, I didn't say that.. no.. that's not true.. wait.. no.. wait what are you talking about? I didn't meant that! What in this world are you saying?.. bullshit! Well, listen.. no listen! I don't want to hear all this stupid stuff, ok? Damn man, How old are you?.. what? stop it! I mean it.. this really doesn't make any sense you know?.. NO!!.. Well I don't care.."
Vado avanti così per tutto il tempo fino a che non arriva il pullman. Dall'altra parte del telefono.. assolutamente nessuno.
Intanto che aspetto immersa nell'intensa conversazione, però, alla fermata arrivano altre persone ed è qui che, sudando freddo, mi trovo con le spalle al muro e continuo la mia performance pregando che nessuno si accorga che sto litigando con un telefono con un inglese che va bè.
Variazioni di voce.. picchi di rabbia e bisbigli se mi accorgo che qualcuno mi sta fissando.
Grazie a dio arriva il pullman e io concludo con un compostissimo The bus is coming. I'll call you later.
Scendo dal pullman e mi dirigo tutta fiera verso casa. È buio. La red bull che mi sono invenata la mattina evidentemente funziona perché sono super gasata.
Destra, sinistra, dritto e poi.. si dovrei essere a casa.
Pochi minuti dopo mi accorgerò che non era proprio così.
Infatti scopro che qui i negozi crescono dal terreno nel giro di poche ore perché.. quello prima non c'era..quello nemmeno.. aspetta probabilmente..
"Nita, I think I'm lost"

dopo aver realizzato di essere non solo in tutt'altro posto rispetto a ciò che pensavo ma anche super lontana da casa, raggiungo una nuova fermata del "3". Sono le nove e io sono sul bordo di una sorta di autostrada (qui le strade sono tutte così).. prego dio che nessuno frainteda.
Arriva il "3", lo prendo. Sono salva.. penso.
Passano 10 minuti, guardo il telefono e trovo un messaggio di Nita che mi ricorda che una volta arrivata alla fermata devo attraversare la strada (oceanica) e prendere il pullman opposto.
"Ma porc..!"
[e anche questa può essere una citazione se vogliamo percepire il suono gutturale alla fine della "C"]
Fatto sta che resto su quel pullman fino a che non arriva al capolinea e torna indietro perchè This is the last one, girl come mi fa notare l'autista che grazie al cielo era una persona dolcissima con cui ho parlato tutto il tragitto.

Arrivo a casa alle dieci, affamata e pronta per una super fetta di pizza.
Esperienze.. mettiamola così.

EVENTO NUMERO QUATTRO:
Ora Vado a dormire e sono le dieci.. meraviglia!
Concludo con questo video perché ogni volta che lo vedo inizio a ridere, cantare e ballare.. i film degli anni 80 regnano!

giovedì 27 settembre 2012

Lo scrissi un po' di tempo fa..

Alla mia vita futura chiedo solo di poter regalare sogni da un palco,
di poter volare con un passo di danza,
chiedo di avere come uniche armi un foglio e una matita,
di essere in grado di incantare le persone con una storia,
chiedo di sudare per raggiungere un applauso,
di poggiare per tutta la vita i piedi su assi di legno scricchiolante,
chiedo di fare fatica per ottenere ciò in cui credo per assaporarne la delicatezza,
chiedo di non soffocare mai la mia fantasia
e chiedo infine di poter regalare con l'ARTE un respiro, un sorriso o una riflessione a chiunque ne abbia bisogno.

sabato 22 settembre 2012

È successo ora.. lo dico in diretta

Apro il cassetto..
Lui era lì..
Sì, mister Fagiolo abnorme..
Mi è sparito di nuovo..
Io, giuro, ho una paura fottuta.

martedì 18 settembre 2012

Mr HIATCATMRBITW

Sono le sei del mattino e io sono vestita, con le borse piene di libri, pronta per andare a scuola. Il mio pullman arriva alle otto e undici.
La domanda sorge spontanea: Perché sono vestita, con le borse piene di libri, pronta per andare a scuola ORA?


La mia sveglia suona alle cinque poiché ieri, fresca come una rosa, avevo deciso di andare a letto alle undici per poter dormire un po', lasciando borse e vestiti abbandonati al caso visto che tanto domani mi sveglio alle cinque e faccio tutto con calma.
Come ogni volta il domani alle cinque arriva e con gli occhi stanchi, rossi e gonfi, un po' di bava sulla guancia e mille imprecazioni, che data l'unione di Inglese e Italiano non avranno nemmeno un senso, mi alzo dal letto.
Occhi chiusi; li apro solo quando sbatto (forte) la testa sulla porta che si rifiuta di aprirsi da sola. Mi vesto peggio che posso, la testa pesa e mi rendo conto che non ce la posso fare, quindi decido che visto che sono le cinque e venti posso dormire fino alle sei, cercherò poi di essere più veloce del solito.
Salgo sul letto e malauguratamente guardo per terra.. Non l'avessi mai fatto.. Non l'avessi mai fatto. LUI era lì.
Non era la prima volta che lo incontravo.. quindi credo di dover fare un passo indietro..

La scuola ancora non era iniziata ed ero qui da più o meno una settimana:
Sgarzoncella tutta gasata perché in America.. con il mio Inglese sgrammaticato che sprizza accenti svariati quali Napoletano misto ad un Bergamasco storto, Novarese e Triestino.
Caldo Pomeriggio, io con pantaloncini "corti vita alta", stivali, magliettina nei pantaloni (Qui funziona così!), occhiali da sole.. insomma sono pronta per uscire e spacciarmi per una Texana doc, devo solo aggiustare un po' il trucco che con sto caldo cola come non mai.
Mi dirigo verso il mio bagnetto. Ho appena iniziato la delicata operazione di restauro quando il mio sguardo si posa sul pavimento, ed è lì che incontro per la prima volta "Mr. Hi, I'm the creepiest and the most repulsive bug in the world" (Questo è il suo vero e intero nome)
Nome scientifico: Tree roach.
Per farla breve a pochi centimetri dal mio piede sinistro c'è un fagiolo lungo COME IL MIO INDICE che muove delicatamente le sue dolci antennine e che mi fissa.
Attimi di gelo. Forse dieci secondi che mi sembrano minuti. I miei occhi sono lo specchio del terrore.
Alzo la testa, mi guardo nello specchio molto razionalmente.. Un occhio truccato l'altro è l'occhio di un panda.
Non ha importanza. Ora è tempo di andare.
Mi giro con molta calma, esco, chiudo la porta, respiro profondamente ed è lì che inizio a grattarmi e a saltare come una cretina insultandolo pesantemente da dietro la porta a vetri.
Non sono più entrata in quel bagnetto per tre giorni fino a quando non l'ho più visto..allora mi sono fatta coraggio.

Ma torniamo ad oggi! Secondo incontro con Mr. HIATCATMRBITW.
Era di fianco al mio letto e vicino alla mia scarpa di Hip Hop.. PROFANAZIONE! e scatto a prendere il mio Dizionario Inglese-Italiano.
È un mattone enorme super pesante.
Mi avvicino quatta quatta al letto con la mia arma tra le braccia neanche fossi in trincea e intanto programmo il delitto.
Glielo butto sopra e poi ci salgo in piedi.. due o tre salti e lo faccio fuori..Il dizionario posso lasciarlo comodamente lì per il resto dei 9 mesi, mi dà un'aria colta e nessuno saprà del cadavere.
Sono pronta. Mi sporgo. Con molta concentrazione mando le braccia avanti verso il bordo del letto. Tra le mani impugno l'oggetto che mi poterà alla libertà.. Scattante guardo giù, sto per attaccare ma..
ODDIO DOV'È????
Madre santa, non c'è più!
Il panico..
Lo vedo scappare sulla MIA borsa della MIA macchina fotografica. L'afferro e la catapulto sulla parete più lontana..
Da lì il silenzio.
Non l'ho più visto.
So che c'è.
Da qualche parte.
Ho paura.

Ecco perché sono sveglia dalle cinque. La miseria.

Ora.. sono le sette e tu devi andare a scuola.. oh, oh, oh, Saaaaaraaaa..